LA THAILANDIA E’ IL PAESE PIÙ OCCIDENTALIZZATO DELL’ASIA E PENSO CHE SIA UN’OTTIMA META PER CHI VUOLE INIZIARE LA SCOPERTA DI QUESTO FANTASTICO CONTINENTE.
Il 16 gennaio del 2023 sono partito da Roma, con un biglietto di sola andata per Bangkok. Il mio intento era quello di fare tutto il giro del sud est asiatico e tornare in ITALIA prima dell’inizio dell’estate.
Ricordo come ora, quella sensazione di paura e felicità che mi travolse appena scesi dall’aereo a Bangkok. La paura di non farcela e la felicità che stavo finalmente realizzando un sogno erano dentro di me, ma sapevo che questo era solo l’inizio, perchè la voglia di andare alla scoperta del mondo era tanta.
La Thailandia viene chiamata il paese del sorriso, sembra che le persone abbiano il sorriso stampato sulla bocca, non a caso è il paese più turistico dell’Asia; è facile muoversi, è molto economica, senza parlare dei bei paesaggi che la distinguono e del buon cibo che viene cucinato per strada.
La Thailandia penso sia uno dei paesi più liberi al mondo, ogni persona può esprimere la propria sessualità liberamente e da qualche anno è stata anche legalizzata la marjuana. I ragazzi che non si riconoscono nel proprio corpo maschile e decidono di vestirsi da donna, in Thailandia, vengono chiamati Ladyboys. Qualcuno ricorre anche alla chirurgia estetica per sembrare più femminile possibile, sono ben accettati e ricoprono ruoli importanti nella società. In una famiglia Thai avere un ladyboys in famiglia è simbolo di prestigio e di fortuna. Ogni anno, con un concorso di bellezza viene eletta una Miss International Queen, dove possono partecipare i ladyboys di tutto il mondo.
La religione principale è il buddismo, questo fa dei thailandesi un popolo pacifico e contro la violenza, anche se lo sport più diffuso è il moythai, un arte marziale che nasce in Thailandia, trasformatosi negli anni in un vero e proprio sport da combattimento.
I primi quattro giorni in Thailandia l’ho passati a Bangkok, presi un ostello a due km da Khaosan Road. la strada più famosa per la vita notturna. Sono riuscito a muovermi in completa autonomia senza aiuto del taxi, perché la città è collegata benissimo da bus e metro. Da vedere c’è tanto, ma molte cose sono diventate soltanto attrazioni turistiche, tipo il mercato galleggiante, il tempio del budda di smeraldo o il palazzo reale; sono tutte attrazioni con entrata a pagamento che solo il turista può permettersi, quindi non si respira aria di Thaialandia.
La cosa più bella di Bangkok è quella di perdersi tra i mercati e mangiare negli street food presenti in ogni angolo della città, incontrare gente locale ed evitare cacciatori di turisti sempre in cerca di qualche soldo, quindi il mio consiglio è di uscire dalle zone turistiche e farsi trasportare dall’energia di questa città pronta a travolgerti in ogni istante.
Il mio viaggio è proseguito verso Pattaya, una zona balneare molto turistica a due ore a sud di Bangkok, rinomata per la vita notturna e capitale della prostituzione.
Purtroppo la Thailandia è anche questo, giovani ragazze in cerca di qualche turista, con la scusa di fare un massaggio, cercano di guadagnare qualche soldo extra.
Questo è il lato triste di questo paese, non è difficile incontrare per le strade di Phattaya anziani europei in compagnia di giovani ragazze thailandesi, ma per fortuna la prostituzione è concentrata solo in alcune zone della Thailandia.
Dopo un paio di giorni, con un bus notturno sono andato alla scoperta del nord del paese, Chiang Mai, una città famosa per i corsi di massaggi, per i suoi magnifici templi ed è possibile anche fare delle belle escursioni per le montagne vicine.
Un giorno andai in un centro di meditazione per chiedere qualche informazione, era tanta la curiosità di avvicinarmi a questo mondo, appena entrai capii subito che era un posto dove turisti occidentali pagano fior di quattrini per cercare di imparare qualche tecnica di meditazione, dopo qualche domanda alla reception capii che non era il posto che cercavo, dissi che non ero interessato e mi avviai verso l’uscita.
Dopo qualche secondo mi raggiunse un giovane monaco buddista che aveva assistito alla scena, mi domandò subito se fossi interessato veramente ad imparare a meditare, io con un bel sorriso gli risposi di si, ma non ero intenzionato a pagare quelle cifre che chiedevano in quel centro, lui ricambiando il sorriso mi rispose che se avessi voluto avrebbe potuto aiutarmi. Non credevo alle mie orecchie, avere come maestro un monaco buddista è il sogno di tutte le persone che si avvicinano alla meditazione. La stessa sera cominciammo a meditare insieme nel tempio dove viveva; era uno dei templi più importanti di Chiang Mai.
La voglia di andare alla scoperta della Thailandia era tanta e così dopo pochi giorni decisi di andare a Pai, un piccolo villaggio a circa 150km da Chiang Mai, famoso perchè negli anni 70 era un villaggio hippy; ora per i miei gusti è diventata troppo turistica. Dopo aver visto qualche cascata e il tramonto sul Pay canion “da non perdere se si va a Pay”, decisi di andare a Chiang Rai.
Mancavano un paio di settimane allo scadere del visto di 45 giorni, e così mi misi in cerca di un tempio buddista dove poter stare per qualche giorno; la signora che gestiva l’ostello mi consigliò di andare a domandare in un tempio sulla collina di e grazie al suo aiuto mi ritrovai a vivere dentro un tempio con sette monaci. Fu un’esperienza bellissima, a livello meditativo imparai poco, ma ebbi la fortuna di vedere da vicino la vita che si svolge dentro un tempio buddista.
Dopo una settimana passata nel tempio ero quasi alla fine del visto, tornai in città per prepararmi a lasciare la Thailandia, non è stato facile andare via dal paese del sorriso, ma il viaggio nel sud est asiatico doveva continuare.
Il Laos mi aspettava..
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